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Tachipirina Orosolubile 10 buste 250 mg
TACHIPIRINA OROSOLUBILE 250 MG GRANULATO
CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA
Analgesici e antipiretici, anilidi.
PRINCIPI ATTIVI
Una bustina contiene 250 mg di paracetamolo.
ECCIPIENTI
Sorbitolo, talco, butile metacrilato copolimero basico, magnesio ossido leggero, carmellosa sodica, sucralosio, magnesio stearato (Ph.Eur.), ipromellosa, acido stearico, sodio laurilsolfato, titanio diossido (E 171), simeticone, aroma di fragola (contiene maltodestrina, gomma arabica (E414), sostanze aromatizzanti naturali e/o identiche a quelle naturali, glicole propilenico (E1520), triacetina (E1518), maltolo (E636)), aroma di vaniglia (contiene maltodestrina, sostanze aromatizzanti naturali e/o identiche a quelle naturali, glicole propilenico (E1520), saccarosio).
INDICAZIONI
Trattamento sintomatico del dolore da lieve a moderato e della febbre.
CONTROINDICAZIONI / EFFETTI SECONDARI
Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati.
Pazienti con grave disfunzione epatica (Child-Pugh > 9).
Grave insufficienza renale o epatica (Child-Pugh >9).
Epatite acuta.
Trattamento concomitante con prodotti medicinali che influenzano le funzioni epatiche.
Deficit di glucosio-6-fosfato deidrogenasi.
Anemia emolitica.
Abuso di alcol.
Grave anemia emolitica.
POSOLOGIA
Le dosi dipendono dal peso corporeo e dall’età.
Una singola dose va d ai 10 ai 15 mg/kg di peso corporeo fino a un massimo di 60 – 75 mg/kg per la dose totale giornaliera.
L’intervallo di tempo tra le singole dosi dipende dai sintomi e dalla dose massima giornaliera.
In ogni caso, non deve essere inferiore alle 4 ore.
Il medicinale non deve essere utilizzato per oltre tre giorni senza consultare il medico.
Bustine da 250 mg.
17 – 25 kg (4 – 8 anni): dose singola 250 mg paracetamolo (1 bustina); dose massima giornaliera 1000 mg paracetamolo (4 bustine).
M odo di somministrazione: solo per uso orale.
Il granulato va assunto ponendolo direttamente sulla lingua e deve essere deglutito senza acqua.
Il medicinale non deve essere assunto a stomaco pieno.
Insufficienza epatica o renale: nei pazienti con insufficienza epatica o renale o sindrome di Gilbert, la dose deve essere ridotta oppure deve essere prolungato l’intervallo di tempo tra le somministrazioni.
Pazienti con in sufficienza renale: nei pazienti con grave insufficienza renale, va rispettato un intervallo di tempo tra le somministrazioni di almeno 8 ore.
Alcolismo cronico: il consumo cronico di alcol può abbassare la so glia di tossicità del paracetamolo.
In questi pazienti, l’intervallo di tempo tra due dosi deve essere di almeno 8 ore.
Non deve essere superata la dose di 2 g di paracetamolo al giorno.
Negli anziani non è richiesto l’adeguamento della dose.
Per tutte le indicazioni.
Adulti, anziani e bambini di età superiore ai 12 anni: la dose abituale è 500 – 1000 mg ogni 4 – 6 ore fino a un massimo di 3 g al giorno.
La dose non deve essere ripetuta prima di quattro ore.
Insufficienza renale La dose deve essere ridotta in caso di insufficienza renale.
Filtrazione glomerulare 10 – 50 ml/min.: 500 mg ogni 6 ore; filtrazione glomerulare < 10 ml/min.: 500 mg ogni 8 ore.
La dose efficace giornaliera deve essere considerata, senza eccedere i 60 mg/kg/giorno (senza eccedere i 3 g/giorno), nelle situazioni seguenti: adulti di peso inferiore a 50 kg; insufficienza epatocellulare (da lieve a moderata); alcolismo cronico; disidratazione; malnutrizione cronica.
Insufficienza epatica o renale: nei pazienti con insufficienza epatica o renale o sindrome di Gilbert, la dose deve essere ridotta oppure deve essere prolungato l’intervallo di somministrazione.
La formulazione in bustine non è consigliata nei bambini di età inferiore a 4 anni.
Ai bambini di età maggi ore (4 – 12 anni) si possono somministrare 250 – 500 mg ogni 4 – 6 ore fino a un massimo di 4 dosi nell’arco di 24 ore.
CONSERVAZIONE
Non conservare a temperatura superiore a 30 gradi C.
Conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dalla luce e dall’umidità.
AVVERTENZE
Per evitare il rischio di sovradosaggio, occorre verificare che gli eventuali altri farmaci assunti in concomitanza non contengano paracetamolo.
Il paracetamolo deve essere somministrato con particolare cautela nei seguenti casi: insufficienza epatocellulare (Child-Pugh < 9); abuso cronico di alcol; grave insufficienza renale (clearance della creatinina < 10 ml/min.); sindrome di Gilbert (ittero familiare non emolitico).
In presenza di febbre alta o segni di infezione secondaria o se i sintomi persistono per oltre 3 giorni, occorre consultare il medico.
In generale, i medicinali contenenti paracetamolo possono essere assunti solo per pochi giorni e a basse dosi senza aver consultato il medico o il dentista.
In caso di uso scorretto prolungato di analgesici a d osi elevate, possono verificarsi episodi di cefalea che non dovrebbero essere trattati con dosi più elevate di farmaco.
In generale, l’assunzione abituale di analgesici, specialmente di una associazione di div erse sostanze analgesiche, può determinare una lesione renale permanente con rischio di insufficienza renale (nefropatia da analgesici). L’uso prolungato o frequente è sconsigliato. I pazienti devono essere avvertiti di non assumere contemporaneamente altri prodotti contenenti paracetamolo. L’assunzione di più dosi giornaliere in una singola somministrazione può danneggiare gravemente il fegato. In tal caso, il paziente non perde conoscenza, tuttavia occorre consultare immediatamente un medico. L’uso prolungato in assenza di supervisione medica può essere dannoso. Nei bambini trattati con 60 mg/kg al giorno di paracetamolo, l’associazione a un altro antipiretico non è giustificata tran ne che in caso di inefficacia. L’interruzione improvvisa dell’assunzione di analgesici dopo un periodo prolungato di uso scorretto, a dosi e levate, può provocare cefalea, spossatezza, dolore muscolare, nervosismo e sintomi autonomici. Questi sintomi da astinenza si risolvono entro qualche giorno. Fino a quel momento, l’ulteriore assunzione di analgesici deve essere evitata e non deve essere ripresa senza aver consultato il medico. Occorre prestare attenzione in caso di assunzione di paracetamolo in associazione agli induttori del citocromo CYP3A4 o all’uso di sostanze che inducono gli enzimi epatici quali la rifampicina, la cimetidina e gli antiepilettici quali la glutetimide, il fenobarbital e la carbamazepina. Occorre prestare attenzione quando si somministra il paracetamolo a pazienti affetti da insufficienza renale o insufficienza epatocellulare (da lieve a moderata). Il consumo di alcol deve essere evitato durante il trattamento con il paracetamolo. I rischi d i sovradosaggio sono maggiori nei pazienti affetti da epatopatia alcolica non cirrotica. Occorre prestare attenzione in caso di alcolismo cronico. Nei pazienti con abuso di alcol la dose deve essere ridotta. In questo caso, la dose giornaliera non deve eccedere i 2 grammi. Questo medicinale contiene sorbitolo e saccarosio. I pazienti con rari proba emi ereditari quali intolleranza al fruttosio, malassorbimento di glucosio-galattosio o insufficienza di saccarasi-isomaltasi devono evitare di assumere questo medicinale. In presenza di febbre alta o di segni di infezione secondaria o di persistenza dei sintomi oltre i 3 giorni, deve essere effettuata una rivalutazione del trattamento. Le dosi superiori a quanto raccomandato implicano il rischio di gravissima lesione epatica. Deve essere somministrato appena possibile il trattamento c on l’antidoto. Il paracetamolo deve essere utilizzato con cautela in caso di disidratazione e malnutrizione cronica.
INTERAZIONI
L’assunzione di probenecid inibisce il legame del paracetamolo all’acido glucuronico, determinando una riduzione della clearance del paracetamolo all’incirca di due volte. Nei pazienti che assumono in concomitanza il probenecid, la dose di paracetamolo deve essere ridotta. Il metabolismo del paracetamolo è aumentato nei pazienti che assumono medicinali che inducono gli enzimi, quali la rifampicina e alcuni antiepilettici (carbamazepina, fenitoina, fenobarbital, primidone). Alcune segnalazioni isolate descrivono epatotossicità imprevista nei pazienti che assumevano medicinali induttori enzimatici. La somministrazione concomitante di paracetamolo e AZT (zidovudina) accresce la tendenza alla neutropenia. Pertanto, la co-somministrazione di questo farmaco insieme all’AZT deve avvenire esclusivamente su consiglio del medico. L’assunzione concomitante di farmaci che accelerano lo svuotamento gastrico, come la metoclopramide, accelera l’assorbimento e l’insorgenza dell’azione del paracetamolo. L’assunzione concomitante di farmaci che rallentano lo svuotamento gastrico può ritardare l’assorbimento e l’insorgenza dell’azione del paracetamolo. La colestiramina riduce l’assorbimento del paracetamolo e, pertanto, non può essere somministrata prima che sia trascorsa un’ora dalla somministrazione del paracetamolo. L’assunzione ripetuta di paracetamolo per periodi superiori a una settimana aumenta l’effetto degli anticoagulanti, in particolare il warfarin. Pertanto, la somministrazione di paracetamolo a lungo termine nei pazienti trattati con anticoagulanti deve avvenire soltanto sotto la super visione del medico. L’assunzione occasionale del paracetamolo non ha effetti significativi sulla tendenza al sanguinamento. Effetti sui test di laboratorio il paracetamolo può interferire con le determinazioni dell’uricemia che utilizzano l’acido fosfotungstico e con quelle del la glicemia che utilizzano la reazione glucosio-ossidasi-perossidasi. Il probenecid causa una riduzione di quasi due volte della clearance del paracetamolo inibendone la coniugazione con l’acido glucuronico. De ve essere presa in considerazione una riduzione del paracetamolo in ca so di trattamento concomitante con il probenecid. Il paracetamolo aumenta i livelli plasmatici dell’acido acetilsalicilico e del cloramfenicolo.
EFFETTI INDESIDERATI
Viene usata la classificazione MedDRA per sistemi/organi con le seguenti frequenze: molto comune (>= 1/10), comune (>= 1/100, < 1/10), non comune (>= 1/1.000,< 1/100), raro (>= 1/10.000,< 1/1.000), molto raro ( <1/10.000). Patologie del sistema emolinfopoietico. Raro: anemia, anemie non emolitiche e depressione midollare, trombocitopenie. Patologie vascolari. Raro: edema. Patologie gastrointestinali. Raro: condizioni del pancreas esocrino, pancreatite acuta e cronica, emorragie gastrointestinali, dolore addominale, diarrea, nausea, vomito. Patologie epatobiliari. Raro: insufficienza epatica, necrosi epatica, ittero. Disturbi del sistema immunitario. Raro: condizioni allergiche, reazione anafilattica, allergie a cibi, additivi alimentari, farmaci ed altri prodotti chimici. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Raro: orticarie, prurito, eruzione cutanea, sudorazione, porpora, angioedema. Molto raro: sono stati segnalati casi molto rari di reazioni cutanee gravi. Patologie renali e urinarie. Raro: nefropatie, nefropatie e disordini tubulari. Sono stati segnalati casi molto rari di reazioni cutanee gravi. Gli effetti nefrotossici sono infrequenti e non sono stati segnalati in associazione alle dosi terapeutiche, tranne che dopo una somministrazione prolungata. Segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione.
GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO
I dati epidemiologici ricavati sull’uso di dosi terapeutiche orali di paracetamolo non indicano alcun effetto indesiderato sulla gravidanza o sulla salute del feto o del neonato. I dati prospettici sulle gravidanze esposte a sovradosaggi non hanno mostrato un aumento del rischio di malformazione. Gli studi riproduttivi con somministrazione orale non hanno mostrato alcuna malformazione o effetto fetotossico. Di conseguenza, in normali condizioni d’impiego, il paracetamolo può essere utilizzato per tutta la durata della gravidanza, dopo aver eseguito una valutazione dei rischi e benefici. Durante la gravidanza, il paracetamolo non deve essere assunto per lunghi periodi, a dosi elevate o in associazione ad altri farmaci poiché la sicurezza d’impiego in questi c asi non è stabilita. Dopo assunzione orale, il paracetamolo viene escreto nel latte materno in piccole quantità. Non sono stati segnalati effetti indesiderati nei neonati allattati al seno. Durante l’allattamento possono essere utilizzate dosi terapeutiche di questo medicinale.